Ultimo libro letto per quest'anno, un thriller strepitoso!
La paziente silenziosa
Di Alex Michaelides
La quarta di copertina ci racconta:
Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un'artista di
successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei
quartieri più esclusivi di Londra. Poi, una sera, quando suo marito
Gabriel torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia
freddandolo. Da quel momento, detenuta in un ospedale
psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile,
rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. Oltre ai tabloid e ai
telegiornali, a interessarsi alla «paziente silenziosa» è anche Theo
Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare a svelare il
mistero di quella notte. E mentre a poco a poco la donna ricomincia a
parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e
manipolatorio.
Mi ha tenuto col fiato
sospeso per tutta la durata del libro, ero convinta che non fosse stata
lei ad uccidere il marito, e chi è stato allora?? Non ve lo dico neanche
sotto tortura, leggetevelo! Merita! Porca miseria se merita! Non ci
arriverete mai!
Un thriller degno di nota, degno di menzione e di applausi scroscianti!!!! Una trama che rasenta la follia ma molto molto ben architettato, con una fine che lascia davvero allibiti. Se vi piacciono i triller psicologici allora fa per voi.
E mi sa che è l'ultimo libro di quest'anno, ne ho due da finire e ancora qualche serata a mia disposizione ma dubito che riuscirò a finirli e così come ogni anno tiro le somme e vedo che ho letto
44 libri per la bellezza di 14297 pagine, la statistica che mi piace fare ogni anno perchè mi diverte e no, non sono in gara con nessuno, mi diverte e basta.
Nel frattempo però ho letto anche altri libri davvero belli e che mi hanno entusiasmato perciò farò altri post per consigliarli
domenica 29 dicembre 2019
domenica 3 novembre 2019
Aquileia, prima edizione di Gaudeamus 2019: tradizioni, enogastronomia, giochi, storia e cultura
E' appena terminata la prima edizione di Gaudeamus, un evento nato con l'intento di far conoscere le prelibatezze gastonomiche, i pregiati vini e le aziende, grandi e piccole, di artigianato o contadine di questo territorio così ricco di storia e di cose buone della bassa pianura friulana che è, appunto, Aquileia.
Io ci sono stata, collaborando come avviene da un po', con la "piccola Fattoria Cumugnai" di Alessio Sverzut e di Catia Bernardis portando gli animali della fattoria, la produzione della lana delle piccole ma preziose e soprattutto coccolone pecore D'oussant, la trattura della seta e la storia dei bachi da seta che Alessio ricomincia ad allevare. Il nostro intento è quello di riprendere una attività che sembra scomparsa ma non lo è, per produrre filo e usare i bozzoli in cosmesi come già facevano da secoli chi è venuto prima di noi.
La giornata di sabato è iniziata con una piccola transumanza di tre asini ed una cavalla dalla fattoria fino a dove si svolgeva l'evento. Ho visto arrivare, io stavo già li a preparare il nostro gazebo con i banchetti, uno stuolo di ragazzini sorridenti e felici di aver passeggiato con questi splendidi animali. Il sorriso stampato in faccia e la serenità che trasmettevano è stata una delle cose più belle, di quelle che ti riempiono davvero il cuore.
Poi la giornata è continuata tra un acquazzone e l'altro ma c'è stato tempo anche di giocare con tutti gli animali e di assaggiare cose davvero buone come la polenta rossa, il mais Ros ( ha i chicchi di mais rossi scuro ed è tipica della zona di Aquileia) e uno spezzatino di cinghiale da leccarsi i baffi! Una bontà speciale davvero!
Ma ecco alcune foto che mi auguro vi possano far capire la bellezza dello stare a contatto con animali e i bimbi, grandi e piccini.
gli asini Lucio, Gigetto e Cleo
e i pastori Lagorai; Asso, Stracciatella, Cati e Odino
Una allegra dolcissima banda, li adoro!
le pecore d'oussant Achille Penelope e la piccola Diana
Achille (che è quello di color più chiaro) è un gran furbaccione! vuole un sacco di coccole e se non gli fai i grattini si fa capire bene che li vuole dandoti dei colpi con la testa!
il dolce Gigetto
due conigliette che si facevano accarezzare molto volentieri dai bimbi pure loro
Ed ecco la cavalla Cloe che ad un certo punto ha iniziato a comportarsi in modo strano, poi abbiamo capito perchè si annoiava ma quando ha smesso di piovere e sono tornati i bambini è stata felice di farli scorazzare in giro per il recinto!
Inoltre abbiamo incontrato tanti amici e persone nuove che ci sono venuti a trovare come la cara Cristina Ravara Montebelli e suo marito, lei gestisce la pagina su fb "Seta Silk Serico" e sono venuti apposta a conoscerci perchè non è da tutti essere così pazzi da allevare bachi da seta o autoprodursi la lana! E' stato davvero un bel ed interessante incontro anche perchè lei è una archeologa....era da star li ore a parlare! bhe, intanto ci siamo conosciuti, poi sicuramente ci saranno altre occasioni di rincontrarci.
Dovevamo essere presenti anche oggi, domenica, ma le condizioni atmosferiche decisamente avverse hanno fatto decidere ad Alessio che era meglio riportare gli animali in fattoria e, di conseguenza, non essere presenti anche oggi, peccato!
venerdì 18 ottobre 2019
MORENO ROSSI ED IL MONDO PHREMA
Ho incontrato Moreno Rossi nel 2015
e in questi anni ho imparato a conoscere lui ed il suo mondo. Ora vorrei
presentarlo a voi.
Moreno
è un viaggiatore nel corpo e nello spirito, il suo percorso all’interno del
mondo del tessile e del tappeto è iniziato quasi vent’anni fa con lo scopo di
studiarne le simbologie.
Ha viaggiato tanto per sperimentare
sul campo quanto studiato sulla carta ed apprendere sempre di più. Tra le prime
mete India e Turchia e a seguire tanti altri luoghi indimenticabili che hanno
alimentato e accresciuto la sua passione per il mondo del tessile. Questo suo
vagabondare lo ha portato a conoscere tutti i processi artigianali e ad
approfondire le sue conoscenze nel campo dei filati creati dalle popolazioni
dei luoghi che ha visitato.
Nel 2016 organizza un viaggio in
Nepal. È stato un viaggio di gruppo “padri e figlie” che l’hanno condotto nella
valle di Katmandu dove, oltre all’omonima città, ha visitato anche le città di
Patan e Bhaktapur. I suoi passi l’hanno guidato al di fuori delle solite rotte
turistiche per conoscere gli artigiani locali che tramandano il loro sapere di
generazione in generazione: filatori, annodatori, tintori... Mani esperte e
sapienti che, ripetendo antichi gesti, creano opere uniche e di gran pregio.
Ha incontrato anche gente comune
entrando nelle loro case, vivendo il loro quotidiano e condividendo il loro
semplice cibo.
Da questo viaggio è ritornato
arricchito umanamente, oltre che professionalmente, e con l’idea di avviare una
collaborazione con gli abili Maestri artigiani incontrati per creare una sua
linea di tappeti personalizzati, con disegni e colori su richiesta, e allo
stesso tempo dare, grazie al lavoro svolto in sinergia con la gente del luogo,
un aiuto concreto al popolo nepalese.
La sua idea includeva anche
l’importazione dei filati usati tradizionalmente dalle popolazioni del luogo:
le caldissime lane di pecora che vivono
nella catena Himalaina
e di Yak, ricche di lanolina e particolarmente adatte
alla creazione di stuoie e tappeti, tutte lane temprate dalla vita in alta
quota degli animali. E poi ancora ortica, juta e canapa, tutti “doni della
natura” che andrebbero riscoperti.
Le lane importate dovevano essere
cardate (o pettinate) e filate rigorosamente a mano, tinte con coloranti
vegetali o minerali: in questo modo le tradizioni della filatura Nepalese e
delle popolazioni di origine tibetana non sarebbero andate perse.
Il destino, il fato, o se preferite
il karma, ha rallentato il suo progetto ma Moreno non si è arreso e così nel
2019 è nata Phrema, la sua azienda, che si dedica con passione e amore
all’importazione di filati e alla creazione di tappeti personalizzati dalle
caratteristiche uniche.
Ora il suo viaggio continua. Entra nel
G.R.E.A.T. (Gruppo di Ricerca Ecosostenibilità Attività Tessili), creato
dall’Enfap di Gorizia con il sostegno della regione Friuli Venezia Giulia, per
promuovere lo studio, lo sviluppo e la creazione del tessile ecosostenibile.
la sua
pagina FB. @phremadesign oppure la sua
pagina instagram: phrema-design
Moreno and the World of Phrema
I met Moreno
in 2015 and over time I got to know him and his own world. And now I would like
to introduce him to you.
He is a
passionate traveller with a strong spirit of adventure. He has always been
passionate about handicraft and antique trade and this passion began when he
decided to study the meaning of rugs of symbols and motifs. It has been almost
20 years.
He has
travelled a lot since absolutely needed to see for himself what he has already
studied and increase his knowledge on professional issues. He visited India and
Turkey and other amazing places which inspired him and allow him to expand his
knowledge.
In 2016, he
left for Nepal where visited Katmandu, Patan and
Bhaktapur. He knew lots of artisans and experts and learnt from them the major
elements of the creation process and the techniques handed down from generation
to generation. Expert hands which create unique goods.
He met local people and spent some time with them as
well, as a real traveller and not just a tourist. In fact, you're never going
to know a
place as intimately as the people who
live there. These experiences enriched him, both personally and professionally.
He came back and decided to collaborate with the
master artisans he had known to explore the endless possibilities of rug design
and with custom and bespoke service. Thanks to these collaborations and his
job, he wanted the help the population of Nepal as well.
He wanted to import yarns traditionally used by the
local people as the beautiful Bhyanglung sheep wool and the yak wool with their
high-lanolin content (perfect to create rugs), and the Chyandra goats cashmere.
He also chose nettle, jute and hemp, real nature's treasures that should be
rediscovered.
The imported wools should have been hand-carded (or
combed) and hand-spun. Then Moreno chose vegetal and mineral dyes and not
chemical ones in full respect of the tradition.
But destiny, fate (or maybe karma) slowed down his
project and changed his travelling companions. Moreno didn't give up a single
run and in 2019 he finally founded his own company, Phrema, which is
specialised in the import of yarns for the textile industry and in bespoke
rugs.
And his journey goes on. He joined G.R.E.A.T.
(research group regarding the environmental
sustainability in the textile industry), created by the Enfap
Association of Gorizia to promote the environmental sustainability in the textile industry.
If you would like to learn more, please visit his
website: https://www.phrema-design.com/
His Facebook page @phremadesign or Instagram profile
phrema-design
lunedì 30 settembre 2019
La casa senza finestre
"La casa senza finestre" di Nadia Hashimi
È il quarto libro della Hashimi che leggo e per la quarta volta è una conferma di quanto mi piace questa scrittrice di origini afgane. riesce a scrivere e raccontare delle donne afgane e di come vengono trattate dopo i talebani e lo fa in modo gentile, pur trattando argomenti terribili, lei invece lo fa in modo leggero e sublime, dando voce ai fatti e alle donne che si ribellano al patriarcato e a tutto ciò che ne consegue.
In questo libro racconta la storia di Zeba e della sua famiglia, un marito e quattro figli, un maschio primogenito ormai grandicello e delle tre figlie la più piccola di un anno o poco più ancora in allattamento, figli che le sono portati via e che non può più vedere . Lei ama la sua famiglia e pure suo marito anche se negli anni l' amore è sparito e ha lasciato il posto ad un uomo scontroso e violento. Il tutto comincia quando lo trova morto ammazzato nel giardino di casa, lei è confusa e spaventata, tanto che si ritrova inginocchiata sporca del suo sangue e non ricorda niente. Viene accusata di omicidio e portata in prigione di Chil Mahtab, quaranta lune, "la casa senza finestre" appunto una prigione per solo donne il tempo minimo che una donna condannata deve passarci. Un posto dove finiscono le donne come Zeba, dietro le quali gli uomini nascondono la propria debolezza; o quelle troppo pericolose, che non stanno zitte; o, ancora, quelle la cui vita è stata rovinata in nome di un onore che non appartiene a nessuno, di sicuro non agli uomini. Con loro, Zeba stringerà amicizie e legami: perché c'è più aria nella casa senza finestre che nel mondo là fuori. Ma incontra un giovane avvocato deciso a difendere le donne e a seguire la legge che c'è ma viene travisata. E nel contempo ritrova il suo passato. Riusciranno a salvarla da una decapitazione certa? Non ve lo dico neanche morta, leggetevelo! Merita davvero!
È il quarto libro della Hashimi che leggo e per la quarta volta è una conferma di quanto mi piace questa scrittrice di origini afgane. riesce a scrivere e raccontare delle donne afgane e di come vengono trattate dopo i talebani e lo fa in modo gentile, pur trattando argomenti terribili, lei invece lo fa in modo leggero e sublime, dando voce ai fatti e alle donne che si ribellano al patriarcato e a tutto ciò che ne consegue.
In questo libro racconta la storia di Zeba e della sua famiglia, un marito e quattro figli, un maschio primogenito ormai grandicello e delle tre figlie la più piccola di un anno o poco più ancora in allattamento, figli che le sono portati via e che non può più vedere . Lei ama la sua famiglia e pure suo marito anche se negli anni l' amore è sparito e ha lasciato il posto ad un uomo scontroso e violento. Il tutto comincia quando lo trova morto ammazzato nel giardino di casa, lei è confusa e spaventata, tanto che si ritrova inginocchiata sporca del suo sangue e non ricorda niente. Viene accusata di omicidio e portata in prigione di Chil Mahtab, quaranta lune, "la casa senza finestre" appunto una prigione per solo donne il tempo minimo che una donna condannata deve passarci. Un posto dove finiscono le donne come Zeba, dietro le quali gli uomini nascondono la propria debolezza; o quelle troppo pericolose, che non stanno zitte; o, ancora, quelle la cui vita è stata rovinata in nome di un onore che non appartiene a nessuno, di sicuro non agli uomini. Con loro, Zeba stringerà amicizie e legami: perché c'è più aria nella casa senza finestre che nel mondo là fuori. Ma incontra un giovane avvocato deciso a difendere le donne e a seguire la legge che c'è ma viene travisata. E nel contempo ritrova il suo passato. Riusciranno a salvarla da una decapitazione certa? Non ve lo dico neanche morta, leggetevelo! Merita davvero!
martedì 10 settembre 2019
E SI SFERRUZZA !
E finalmente le temperature sono scese! In agosto con quel caldo pazzesco non riuscivo proprio a lavorare col filo e mi son presa una piccola pausa e ho appofittato per leggere parecchio.
ora però si sta divinamente!
e il mio caro maritino mi ha beccata in un momento di ferruzzo estremo
La sto lavorando in top down con ferri n, 3 e del bellissimo cotone turchese!
Adoro il turchese, mi mette calma e mi da una bellissima sensazione di freschezza, proprio come i torrenti di montagna. Il nostro fiume Fella ha proprio questi colori.
Dovrei averne in abbondanza anche per farmi un golfino da usare in abbinamento!
Se non basta ci aggiungerò del bianco o del beige.
Avanti tutta prima che arrivi l'inveno !
lunedì 9 settembre 2019
I PASSI CHE CI SEPARANO
"I passi che ci separano"
di Marian Izzaguirre
Romanzo ambientato a Trieste, la mia Trieste, negli anni '20 ma attraversa tutto il secolo con salti temporali e facendoci conoscere tre generazioni. La scrittrice, spagnola, riesce a parlare di Trieste e della nostra amata Bora in modo sorprendentemente preciso! E i ricordi dell'uomo protagonista assieme al suo amore di gioventù, si mescolano con i miei! Un grande amore , nato " per caso" in un giorno di Bora, un violoncello, quello del marito di lei, fu galeotto. Da li parte una storia d' amore intensa e problematica ma che vince anche di fronte al periodo più buio, quello fascista. Lei si troverà a dover rinunciare, e non abbandonare, come poi verrà spiegato proprio a questa figlia diventata in seguito adulta, perché lui in un viaggio di comiato vorrà tornare sia a Trieste che in Slovenia...a dir la verità ancora Yugoslavia, da ottantenne assieme ad una giovane donna ingaggiata proprio per aiutarlo nel viaggio. Qui la scrittrice mescola sapientemente ricordi e passato, presente e futuro, esperienze e storia politica dei nostri territori, un periodo vergognoso dove Mussolini voleva decimare ed annientare le popolazioni slave bandendole da Trieste oppure integrandole nei peggiori dei modi cioè slavazando ( in dialetto triestino significa lavando e denudando i cognomi quindi italianizzandoli togliendo le origini, dove un cognome come Vodapivec diventava Bevilacqua) e la protagonista essendo Slovena sposata con un croato, ci si ritrova a dover viverlo.
Un romanzo complesso ma bello, intenso! Mi ha fatto riflettere parecchio stanotte, dopo averlo terminato.
Il messaggio che ne ricavo è che dove c'è rispetto c'è amore, dove c'è amore c'è rispetto. E che pochi passi, solo tre, possono cambiare tutto. Se lo leggete capirete!
venerdì 23 agosto 2019
Alle origini della fata
Alle origini della fata
La donna e la sua psiche allo specchio
Di Carla Lomi
Edizioni della Meridiana
Questo libro è uno scrigno prezioso, una marea di informazioni! Questo saggio parla si di fate e della differenza tra la fata Melusina e Morgana, ma anche e soprattutto, del mondo femminile, di più...tratta dei miti, delle Dee e delle tradizioni antiche. Ci racconta di come l'umanità è passata dall'essere a contatto con Madre Natura , che un tempo era Sacra, al distacco odierno , passando per l'inquisizione che ha snaturato la donna della sua femminilità, le sue conoscenze di guaritrice e medichessa, per arrivare ad oggi dove è sotto gli occhi di tutti la privazione del vero Sacro in nome di un dio soldo e di un potere sulle persone invece di usare il potere interiore in accordo con le nostre capacità, i nostri talenti e quindi va da se alla perdita totale di valori.
Le note a volte sono ancora più ricche del testo. C'è talmente tanto che non volevo staccarmene! Ho ritrovato parti di me stessa che, come un puzzle, hanno finalmente trovato il loro posto facendomi vedere la mia immagine interiore ricostruita, tanto da farmi capire tutte le istruzioni che mia nonna, la mia cara nonna del filo, mi aveva dato prima do oltrepassare il velo. Le fate hanno a che fare col filare, con la tessitura, tessono il destino degli uomini, già lo sapevo ma ora mi è tutto immensamente più chiaro!
Ve lo dico subito non è un libro da leggere come un romanzo, è un libro impegnativo e profondo, immenso!!!!
Se vogliamo salvare la nostra Gea, dobbiamo per forza ritrovare il nostro femminino e devono farlo anche gli uomini che per secoli con estrema misogenia hanno demolito la donna e il tutto in nome di un potere che non sentivano più appartener loro, ma hanno scelto il potere sbagliato.
È un libro importante questo, forse non per tutti, ma io ve lo consiglio con tutto il cuore
Cit:
Una donna molto femminile ha un' anima maschile.
Un uomo molto virile ha un' anima femminile.
La fata è elemento femminile con doppio filo magico già radicato nella realtà e nel simbolo cioè nella Natura e nella fecondità.
La fata che ha conservato fino a noi l' immagine della dea, liberando, nell'immaginario, le donne dai limiti impliciti di stereotipi dati, è stata ghettizzata, banalizzata, rimossa, relegata entro confini della fantasia infantile.
Concludo dicendo che la fata , prima di essere una fata, è una Donna....e una Donna è importante sappia quanto sia Fata
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